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La secchezza cutanea: un problema comune 

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Introduzione

La secchezza della pelle (o xerosi) è il risultato di alterazioni della fisiologia cutanea: disidratazione e danno della funzione barriera ne sono la principale motivazione. Il perché questo accade è invece una questione diversa, complessa e dipendente da numerosi fattori. Inoltre il suo aspetto clinico può variare da quadri modesti a molto severi. 

La comune pelle secca è un fenomeno molto frequente e che richiama ad un “disagio” della cute, specialmente dopo la detersione, sia del viso che del corpo. Attualmente non è possibile fornire una precisa definizione in quanto si basa su sensazioni soggettive avvertite dall’individuo ed è proprio per questo che tale fastidioso quadro viene generalmente definito come “pelle che tira”. In questa particolare situazione è comunque possibile individuare una cute sottile, dal colorito spento ed opaco, arida al tatto, facile alle irritazioni ed all’arrossamento, spesso desquamante e talvolta soggetta a prurito, specialmente su alcune zone del corpo come le gambe. 



La desquamazione e la disidratazione dell’epidermide, può corrispondere all’espressione di alcune importanti malattie della cute che possono però interessare l’intero organismo (ad esempio Dermatite Atopica, Psoriasi, Eczema, Ittiosi). 

L’alterata funzione barriera della cute implica condizioni di cambiamento negative sulle sue proprietà plasto-elastiche, sulla capacità tattile, sulla capacità di difesa dall’ambiente esterno per aumentata permeabilità e soprattutto sull’aspetto estetico. Inoltre nei casi più gravi l’alterazione della funzione barriera, a ciclo non virtuoso, può determinare più penetrazione di sostanze irritanti e di allergeni, conseguente irritazione, prurito ed inevitabile grattamento che nel tempo peggiora la situazione. 

Epidemiologia e metodi di valutazione

La “normale” secchezza cutanea è un fenomeno frequente, interessa infatti circa il 25-30% della popolazione, può insorgere già nei primi anni di vita o comparire direttamente in età adulta. In particolare la xerosi è una manifestazione più comune negli anziani, come valutato da vari studi epidemiologici prevalentemente condotti in case di cura, con prevalenza che va dal 30 al 75%. 

La sua valutazione clinica può essere eseguita mediante esame visivo, utilizzando ad esempio il punteggio Overall Dry Skin (ODS) secondo linee guida proposte svariati anni orsono dal Gruppo Europeo (EEMCO) per la misurazione dell’efficacia di cosmetici e altri prodotti topici. Alcuni altri metodi strumentali sono di supporto per la verifica del livello di desquamazione cutanea, come il D-squame, dischetti adesivi per la verifica del numero e della grandezza dei corneociti desquamanti . 

 

 

 

Per riconoscere dal punto di vista strettamente dermo-cosmetologico “a quale tipologia di secchezza si appartiene” oppure per dimostrare la reale efficacia di un trattamento idratante/emolliente per la pelle secca, sarebbe ottimale effettuare anche una valutazione strumentale con l’ausilio di apparecchiature specifiche come il corneometro (in grado di misurare il contenuto di acqua dello strato corneo attraverso il parametro capacitanza), un evaporimetro (capace di misurare il livello di TEWL – Trans Epidermal Water Loss) ed un sebometro (in grado di quantificare la presenza di sostanze grasse attraverso metodo fotometrico) . 

Fisiopatologia

La xerosi è caratterizzata dall’alterazione della cosiddetta “funzione barriera” della cute. Questa fondamentale funzione della pelle può alterarsi a causa di due diversi meccanismi: da un lato per disfunzioni del processo di cheratinizzazione (accelerazione-rallentamento del turn-over cellulare), dall’altro per ridotta o assente integrità del film idrolipidico di superficie (alterata produzione della componente lipidica o perdita eccessiva di acqua dallo strato corneo). 

Per questo secondo parametro si individuano generalmente due differenti tipologie di secchezza cutanea: una caratterizzata dalla disidratazione vera e propria della pelle (carenza della componente acquosa) ed una dovuta ad ipolipidemia (carenza della frazione lipidica). In alcuni casi tali condizioni si possono manifestare entrambe contemporaneamente peggiorandone così la sintomatologia. In particolare: 

La pelle secca disidratata: è determinata da un’insufficiente presenza d’acqua, che può essere carente sia nei livelli più superficiali (strato corneo) che in quelli più profondi della pelle (derma). È questo il caso del paradosso cutaneo “pelle secca ma lucida”, meglio nota come pelle mista, ovvero disidratata ma con normale o eccessiva presenza di sebo. 

La pelle secca ipolipidica: è causata o da un deficit della secrezione sebacea e/o da una carenza di lipidi epidermici, ovvero quelle sostanze grasse prodotte dalle cellule dell’epidermide stessa, tra queste le “ceramidi”. Soprattutto la scarsa produzione di lipidi epidermici rende la cute maggiormente soggetta a fragilità, sensibilità e soprattutto è una delle principali cause di insorgenza di rughe e ad altri segni dell’invecchiamento cutaneo, oltre che di alcune patologie dermatologiche come la Dermatite Atopica

È importante evidenziare è che in entrambe le tipologie di secchezza il principale fattore che viene alterato è il film idrolipidico di superficie, il cui equilibrio viene notevolmente sbilanciato. 

Il film idrolipidico è un sottile “velo protettivo” prodotto dalle ghiandole sebacee, dai lipidi epidermici e dalla sudorazione/traspirazione, fondamentale per mantenere l’emollienza cutanea e contrastare lo sviluppo di agenti patogeni. Le regioni scarsamente provviste di tale film protettivo avranno così meno emollienza “naturale”, e trattenendo un minor quantitativo di acqua avranno una maggiore tendenza alla desquamazione. 

Un’importante considerazione riguardo la fisiologica barriera cutanea è che costituisce parte del normale sporco che quotidianamente rimuoviamo dalla nostra pelle con la detersione. Tuttavia la sua scorretta rimozione priva l’epidermide della sua protezione ed espone la pelle alle aggressioni ambientali ed alla disidratazione. 

In sintesi un danno del film idrolipidico è la causa principale di xerosi: la perdita dei lipidi intercellulari epidermici fa sì che l’acqua non venga più trattenuta dagli strati più esterni del corneo, provocandone la disidratazione. 

Cause e concause



La pelle secca è spesso provocata dal combinarsi di diversi fattori: 


  • Predisposizione genetica: alcune persone presentano una cute secca costituzionalmente. In altre parole la loro pelle, in tutte le età della loro vita, è sempre caratterizzata da un’eccessiva secchezza. Questo si verifica principalmente perché l’idratazione subisce un’alterazione determinata da uno o più fattori che la caratterizzano: lipidi epidermici, film idrolipidico di superficie, fattori naturali di idratazione (NMF), strato corneo e sostanze organiche (sali, aminoacidi, acido ialuronico) non sono più rappresentati in modo corretto. 
  • Sesso: la secchezza è più facilmente riscontrabile nel sesso femminile. Regioni come la faccia anteriore delle gambe, spesso desquamante perché presenta condizioni diverse (come ad esempio una minor presenza di ghiandole sebacee), se non correttamente idratata tramite appositi trattamenti cosmetologici, assume uno sgradevole ed antiestetico aspetto. 
  • Età: al di fuori di alcune malattie che possono manifestarsi nell’infanzia, come la Dermatite Atopica, è raro riscontrare la pelle secca nei bambini. In genere la xerosi compare dopo lo sviluppo sessuale e nella donna si aggrava con il trascorrere degli anni e dopo la menopausa quando gli ormoni estrogeni smettono di “proteggere” la cute femminile
  • Temperatura e umidità: un clima secco e freddo è quanto di peggio possa capitare a chi tendenzialmente soffre di pelle secca. Se l’umidità ambientale è scarsa, l’acqua tenderà ad evaporare per rispettare il gradiente osmotico, ovvero cercherà di diffondere dove c’è meno umidità. Il contenuto cutaneo di acqua è in diretta correlazione con il tasso di umidità ambientale (solo al di sopra del 60% di umidità relativa la pelle può mantenere un’adeguata concentrazione di acqua). 
Inoltre


  • Ambiente quotidiano: quando siamo in ufficio, in casa o in un qualsiasi ambiente chiuso climatizzato, in macchina o in aereo, non ci preoccupiamo mai dell’umidità ambientale correndo così il rischio di far disidratare la pelle. Tra i fattori ambientali esterni invece è l’esposizione solare quella che più di altri può danneggiare considerevolmente la nostra pelle, anche in tema di idratazione, in quanto i danni indotti dalle radiazioni solari sono in grado di alterarne la stessa struttura e funzione di barriera. 
  • Errata igiene:Lavarsi è un atto fondamentale per il mantenimento di una corretta igiene ma è anche vero che un eccesso di detersione finisce con l’impoverire le difese stesse della pelle. La sua azione produce infatti l’asportazione del film idrolipidico, esponendola direttamente all’attività dei tensioattivi in genere contenuti nei prodotti detergenti. Accanto all’azione dei prodotti per l’igiene personale, si aggiunge quella ancora più “sgrassante” dei tensioattivi contenuti nei prodotti per la casa, che finiscono per recare danno anche grave alla pelle (così come accade quando le mani delle casalinghe sviluppano una vera e propria Dermatite Irritativa da Contatto). 
  • Alimentazione: una scarsa alimentazione o povera di nutrienti essenziali finisce con il disidratare la cute che apparirà per questo poco tonica e perderà così quel contenuto d’acqua e lipidi che la mantengono in salute. Quando si verifica una disidratazione importante dell’organismo la pelle diventa “grinzosa”, le rughe più evidenti ed il colorito assume un aspetto spento e grigiastro. 
  • Abitudini: le cattive abitudini, come ad esempio rimanere troppo foto-esposti, utilizzare lampade o lettini solari, fare bagni o docce troppo lunghi, lavarsi troppe volte durante la giornata, il tabagismo, etc., sono tutti fattori che finiscono col danneggiare costantemente la pelle, incrementandone in modo sostanziale anche la secchezza. 
Trattamento topico



È dunque evidente che nella cute secca lo strato corneo va incontro a fenomeni di disidratazione e delipidizzazione. Per questo, un primo approccio al ripristino della barriera cutanea, nel tentativo di ristabilire la fisiologia del film protettivo, è quello di includere nei prodotti di trattamento topico lipidi compatibili con quelli presenti nello strato corneo. Tali ingredienti possono da un lato reintegrare la fase lipidica e nel contempo determinare un miglior trattenimento dell’acqua da parte della cute e determinare pertanto una sua maggiore idratazione indiretta. Ingredienti attivi ad azione lenitiva, decongestionante e coadiuvante la riduzione del prurito cutaneo, aiutano a ristabilire una condizione di normalità ed a prevenire ulteriore insorgenza di irritazione. 

Altresì fondamentale è l’impiego di ingredienti ad azione idratante ed igroscopica diretta (in grado di legare molte molecole di acqua) per apportare alla pelle le carenti sostanze acquose di cui necessita. 

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